Pietro Fudduni, un nome che riecheggia nelle strade acciottolate e nello spirito vibrante di Palermo, non era solo uno spaccapietre, era un poeta del popolo, un commentatore sociale e un eroe popolare la cui eredità continua a risuonare secoli dopo.
Nato nel 1600, la vita di Petru Fudduni (Pietro Fullone) si svolse nella vivace energia del quartiere di Palermo Seralcadio (Monte di Pietà, Capo).
Trascorreva le sue giornate a modellare pietre, ma la sua vera passione sbocciava nei versi improvvisati che scorrevano dalla sua lingua.
Queste non erano semplici rime, erano osservazioni acute, critiche spiritose e riflessioni toccanti sulla Palermo che conosceva.
La povertà, l'ingiustizia sociale e l'ipocrisia dei potenti divennero la sua tela, dipinta con parole che risuonavano con le lotte e le gioie della gente comune.
Non aveva bisogno di un linguaggio fiorito o di metafore complesse, parlava il linguaggio delle strade, intrecciando immagini quotidiane e umorismo in versi che toccavano il cuore della gente, le sue poesie divennero specchi che riflettevano le loro vite, le loro lotte e i loro trionfi.
Il suo impatto trascendeva il semplice intrattenimento, Fudduni è divenne una "voce per chi non ha voce", un paladino degli emarginati.
Non ha evitato di criticare i potenti, sottolineando la loro ipocrisia e sollecitando empatia per gli oppressi.
Le sue poesie divennero grida di battaglia, testimonianze della resilienza dello spirito umano e ricordi che anche in mezzo alle difficoltà, l'arguzia e la saggezza potevano prevalere
La sua genialità gli valse il riconoscimento della prestigiosa Accademia dei Riaccesi, una società letteraria che tipicamente accoglieva solo poeti affermati. La sua opera più acclamata, "La Rusulia", è una toccante elegia per le vittime della peste del 1624 che devastò Palermo. È una testimonianza della sua capacità di trasformare il dolore personale in una narrazione collettiva, intrecciando le tragedie individuali in un arazzo di perdita condivisa e resilienza.
Oggi, l'eredità di Fudduni rivive nella strada a lui intitolata, nella statua che immortala il suo spirito e, soprattutto, nei cuori e nelle menti delle persone. Le sue poesie continuano ad essere recitate, analizzate e celebrate, ricordandoci il potere dell'arguzia, del commento sociale e dello spirito duraturo di un uomo che ha scolpito il suo posto nella storia non con la pietra, ma con parole che risuonavano con l'anima dei suoi città.