Tra le tante leggende palermitane, non mancano le storie legate a fatti misteriosi, intriganti e suggestivi, come quella del coccodrillo che divorava i bambini che giocavano vicino alle fontane del mercato della Vucciria a Palermo.
Ricordo da bambino, quando mi recavo al mercato della Vucciria con mio Nonno, che egli mi raccontava questa storia del coccodrillo ed io nei miei pensieri cercavo di raffigurare, con tutta l'immaginazione possibile, quelle scene a me narrate.
Peraltro, ad avvalorare questi fatti inquietanti per i bambini di allora, contribuiva la presenza di un coccodrillo finto “appizzatu” che si trovava appeso al soffitto di una drogheria in Via Argenteria, la quale rappresenta la via principale del mercato.
Per rendere l'ambiente ancora più suggestivo, il titolare del negozio mise all'interno del coccodrillo tre lampadine di colore rosso che illuminavano gli occhi e la bocca del grosso rettile, ciò incuteva timore a tutti i bambini che entravano nell'esercizio commerciale e, anche se l'austera figura dell'animale faceva paura, non si poteva fare a meno di alzare gli occhi al soffitto per guardare l'enorme alligatore.
Le credenze popolari di allora, hanno fatto si che questa leggenda fosse tramandata tra le varie generazioni, in particolare fra gli abitanti del quartiere Vucciria, ma anche alla stragrande maggioranza di quei palermitani che, vuoi o non vuoi, nel tempo erano venuti a conoscenza della fantasiosa storia.
Si narra che questo coccodrillo provenisse addirittura dal lontano fiume Nilo, arrivato a nuoto a Palermo attraverso il fiume Papireto e che fosse giunto alla Vucciria nascondendosi all'interno delle fontane di Piazza Caracciolo e del Garraffello. La sera, quando i “picciriddi” (bambini) si attardavano a giocare nelle vicinanze delle fontane, il coccodrillo con uno sbalzo fulmineo usciva fuori dal manufatto e se li mangiava.
Vista la crescente paura che l’animale diffondeva per le strade, un gruppo di ragazzi coraggiosi decise di affrontarlo ed ucciderlo.
Una notte gli tesero una trappola, si appostarono nei pressi di una fontana e aspettarono che il coccodrillo uscisse allo scoperto, una volta fuori lo afferrarono per la coda e tenendolo fermo, mentre l’animale sorpreso si dimenava con tutta la sua forza, uno dei ragazzi prese un coltello e riuscì ad ucciderlo. Terminata la lotta, mentre il coccodrillo giaceva morto, si udì il pianto di una bambina provenire dal suo stomaco. Stupiti i ragazzi aprirono la pancia del rettile ed infilando le braccia ne estrassero una bambina ancora viva, con grande sorpresa di tutto il quartiere che decise di fare una grande festa per celebrare l’evento.
I bambini tornarono così a giocare spensierati nelle fontane del mercato della Vucciria e del coccodrillo rimase solo un lontano ricordo.
P.S. in questa storia, di pura fantasia, nessun bambino o animale si è fatto male, trattasi di una leggenda immaginaria, raccontata probabilmente per la prima volta da qualche burlone per suggestionare i bambini e tramandata poi fra le varie generazioni del quartiere Vucciria che si sono susseguite.