Bummulu, un oggetto antico come la storia della mia terra, la Sicilia.


La storia del bummulu, o quartara, è una storia che attraversa l’intera tradizione siciliana, la tipica anfora a due manici, risale alla civiltà greca.
L’etimologia del suo nome, infatti, è greca: Bombylios o bombyle. Fatto da un impasto di terracotta e sale, ha la capacità di mantenere la temperatura del liquido che vi si versa: acqua, vino o olio.
Era usato maggiormente dai contadini o dai pastori, oppure da coloro che abitavano lontano da fonti d’acqua, infatti col bummulu l’acqua si prendeva alla fonte e si riportava al focolare, a temperatura.

Palermo, l'acqualuoru, venditore ambulante di acqua che girava per la città

Fonte dal web

Il materiale con cui è costruito il “Bummulu” è permeabile e lascia traspirare continuamente una certa quantità d’acqua che, a contatto con l’aria calda dell’ambiente, si trasforma in vapore.
L’assorbimento di calore che ne consegue avviene vicino alla superficie del contenitore che subisce quindi un abbassamento della temperatura sufficiente a mantenere il liquido sempre fresco, addirittura anche se esposto al sole.

Palermo, l'acqualuoru, venditore ambulante di acqua che girava per la città

Fonte dal web

Il bummulu ha origini molto antiche, ne sono stati rinvenuti esemplari risalenti al XII secolo.
L’esterno del bummulu è spesso tipicamente decorato, ma quello per l’uso giornaliero veniva lasciato senza decorazione.
In Sicilia dove l'acqua è sempre stata un bene prezioso e dove lavorare nelle campagne richiedeva un elevato consumo della stessa a causa delle alte temperature estive , berne un bicchiere freschissimo non era cosa difficile, questo per merito del bummulu.

Si riempiono i bummuli alla fontana

Fonte dal web


Published  Sat, 03 Aug 2024 18:37:30 +0200
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