Giovanna d'Inghilterra
Nel 1176 Giovanna d'Inghilterra venne chiesta in moglie dal 23enne Re di Sicilia Guglielmo II il Buono.
Il 10 febbraio del 1177 Giovanna sposò Guglielmo II e venne incoronata regina di Sicilia nella Cattedrale di Palermo il 13 febbraio 1177.
Guglielmo II
Nel 1189 re Guglielmo II il Buono morì, senza discendenti né da Giovanna né da altre donne, e pertanto Ella fu confinata nell'harem che era stato di Guglielmo II nel castello della Zisa di Palermo.
Tancredi re di Sicilia
Tancredi, figlio di Ruggiero duca di Puglia e di Emma dei conti di Lecce, alla morte del padre, visse in esilio durante il regno dello zio Guglielmo I il Malo (1154-1166).
Rimpatriato all'avvento di Guglielmo II, fu tra i suoi più fidati collaboratori, quando Guglielmo morì, egli impersonò l'opposizione nazionale all'avvento al regno di Sicilia dell'imperatore Enrico VI di Svevia, che ne aveva acquisito il diritto sposando Costanza d'Altavilla, erede legittima del regno e, grazie all'appoggio di alti dignitari, nobili, borghesi, popolani (e anche di molti musulmani dell'isola), fu elevato al trono nel 1189.
Riccardo Cuor di Leone
In Sicilia giunse anche Riccardo Cuor di Leone (1190), re d’Inghilterra, il quale era diretto in Terrasanta per partecipare alla III Crociata.
Riccardo chiese al nuovo re di Sicilia, Tancredi, sia la liberazione della sorella Giovanna d'Inghilterra sia la restituzione della dote.
Tancredi liberò la donna, ma si rifiutò di restituire la dote per intero.
La rivolta dei messinesi
Durante la sua permanenza a Messina, Riccardo Cuor di Leone e il suo esercito misero a dura prova la pazienza dei Messinesi, che più volte, ma invano, chiesero a Tancredi di intervenire.
Giunti al limite della sopportazione, soprattutto per l’intraprendenza dei soldati inglesi nei confronti delle donne messinesi, gli abitanti di Messina scatenarono una violenta rivolta (3 dicembre 1190) durante la quale perirono molti soldati inglesi.
Excalibur
Tancredi finalmente si decise ad intervenire ed incontrò Riccardo Cuor di Leone nel suo quartiere generale situato nella fortezza della Rocca Guelfonia.
In seguito agli accordi stipulati in quell’occasione, Tancredi non solo restituì la dote di Giovanna per intero, ma anche pagò una somma riparatoria di 20 mila onze d’oro e s’impegnò a far sposare la figlia ad Arturo, nipote di Riccardo.
La leggenda racconta che il questa occasione Riccardo Cuor di Leone, in segno di pace, donò a Tancredi Excalibur, la leggendaria spada di re Artù, che trovò alle pendici del vulcano Etna a Catania.